Uno studio di valutazione di pazienti ad alto rischio di essere portatori di ceppi di Enterobacteriaceae resistenti ai carbapenemi (Carbapenem-Resistant Enterobacteriaceae, CRE), produttori di carbapenemasi, ha dimostrato che i test di sorveglianza di routine possono guidare in modo efficace i programmi di controllo delle infezioni per limitare la diffusione dei CRE, anche in aree a bassa prevalenza.
Mentre l’identificazione precoce di pazienti colonizzati con CRE produttori di carbapenemasi è di importanza cruciale per il controllo delle infezioni, non vi sono raccomandazioni su quando utilizzare metodi molecolari per la sorveglianza attiva in ambiti a bassa prevalenza. Questo studio ha dimostrato che un test molecolare rapido si adatta bene ai controlli di sorveglianza di routine sui pazienti ad alto rischio, anche in regioni a bassa prevalenza: lo studio ha riscontrato che il test Xpert® Carba-R di Cepheid ha una sensibilità del 100% e una specificità del 99,13% per l’identificazione dei CRE produttori di carbapenemasi provenienti da tamponi rettali, rispetto alle colture cromogeniche dopo arricchimento.
Lo studio è stato condotto presso un ospedale francese in cui la prevalenza dei CRE produttori di carbapenemasi era <1%. I “pazienti ad alto rischio” includevano soggetti rimpatriati da Paesi in cui è nota l’elevata prevalenza dei CRE o pazienti che erano stati a contatto con portatori noti di CRE produttori di carbapenemasi. Lo studio ha permesso di ottenere una rapida coorte dei portatori, estremamente importante per (i) prevenire i focolai e (ii) ridurre l’impatto sociale e il costo delle misure di controllo delle infezioni attuate su base empirica per i pazienti ad alto rischio che alla fine risultano negativi alla colonizzazione da CRE produttori di carbapenemasi.
Il rapporto dei risultati è stato pubblicato sull’International Journal of Antimicrobial Agents.
Questo studio ha dimostrato che Xpert® Carba-R si adatta bene ai test rapidi di sorveglianza dei pazienti ad alto rischio, anche nelle regioni a bassa prevalenza”
Riferimento bibliografico:
Hoyos-Mallecot et al. Int J Antimicrob Agents 49 (6), 774-777. 2017 Apr 12.